Cenni sulla Geologia dell' Isola d'Elba
Evoluzione geologica
La formazione dell'isola d'Elba ha avuto inizio con lo scontro
tra due placche continentali.Successivamente, la risalita di due corpi magmatici, detti plutoni, costituiti da granito (per la
precisione granodiorite, cioè una roccia ignea intrusiva molto simile al granito, ma più ricca diplagioclasio). La prima intrusione, avvenuta nel versante occidentale dell’isola, una volta liberatasi dai depositi sedimentari che la coprivano, è andata a costituire il massiccio del Monte Capanne; il fenomeno plutonico situato più ad oriente, invece, è rimasto ad
una profondità maggiore, sovrastato dalle rocce calcaree e scistose che caratterizzano il suolo in questa parte dell’isola, risultante in questo modo determinante per la formazione dei giacimenti diematite, magnetite e pirite e di tante altre specie mineralogiche, formatisi grazie al contatto di queste rocce con il magma.
Le rocce dell’Arcipelago
Tre sono le categorie di rocce che scolpiscono il paesaggio e l’ecologia dell’Arcipelago:vulcaniche (magmatiche)
granitiche (metamorfiche) calcaree (sedimentarie).
Le rocce vulcaniche o ignee sono la diretta produzione dell’attività di vulcani. Questi, durante la loro emersione daL fondo del mare, alternarono attività di eruzioni violente ed esplosive, con lanciodi lapilli, a periodi di eruzioni più blande, con effusioni di lava, ed a periodi di quiete. Per questo le rocce variano da porose a friabili a solide e compatte. Sono soprattutto grigie, più o meno scure, o rossastre. I graniti fanno parte della categoria delle rocce ignee, che si originano nella profondità della crosta terrestre, per effetto di sorprendenti fenomeni geologici. Sono in qualche modo fenomeni vulcanici“repressi”. Queste rocce, presenti nel sottosuolo a 20-30 km di profondità, nella cosiddetta “litosfera”, sono fuse a temperature incredibilmente alte. Quindi tendono a salire per effetto della
loro incandescenza e minore densità, anziché eruttare ed emergere violentemente sotto forma di vulcano. Così sollevano e inarcano le rocce che le sovrastano, fino ad emergere dal mare e creare isole. È dunque per questo motivo che i graniti sono originariamente coperti da altre rocce di superficie. L’erosione millenaria di pioggia e vento finisce per lasciare a nudo il duro plutone granitico, il quale levigato e scolpito dal vento dà vita a forme fantastiche. Grandi masse granitiche affiorano al Monte Capanne all’Elba, al Giglio e Montecristo.
Le rocce calcaree, cosiddette rocce sedimentarie (come le arenarie e le argille), sono frutto di una lenta deposizione sul fondo di organismi marini. Attraverso millenni, la compressione di questi sedimenti in strati sempre più spessi provoca la compattazione o “litificazione” (creazione di roccia) in veri e propri strati rocciosi. Si notano spesso resti di conchiglie o scheletri di antichi organismi viventi, come capita nei calcari di Pianosa. Le rocce calcaree sono principalmente costituite di calcite e appaiono dure e lisce, spesso di colore grigio/bianco. Queste rocce sono spesso emerse, perché sollevate da plutoni granitici in salita verso la superficie, fenomeno che si osserva per parte dell’Elba, per Giannutri e per il promontorio del Franco al Giglio.
I minerali e cristalli dell’Elba e del Giglio
La maggioranza delle vene minerarie dell’Elba e del Giglio si sono formate a causa del contatto delle rocce del fondo marino con la massa di magma granitico in salita dalla litosfera. Le risultanti e profonde modificazioni fisiche e chimiche hanno dato vita a minerali principalmente di ferro – quali Ematite, Pirite, - rame, quali Azzurrite
e Malachite. Le rocce granitiche includono bellissimi cristalli di Berillo, Tormalina, Ortoclasio, Granato e Quarzo, tutti di ossidi di silicio, trasparenti e lucenti come il Quarzo, neri come la Tormalina. Durante il raffreddamento delle rocce magmatiche si sono formate delle bolle d’aria, dove lentamente si sono solidificati cristalli dalle forme perfette.
La formazione dell'isola d'Elba ha avuto inizio con lo scontro
tra due placche continentali.Successivamente, la risalita di due corpi magmatici, detti plutoni, costituiti da granito (per la
precisione granodiorite, cioè una roccia ignea intrusiva molto simile al granito, ma più ricca diplagioclasio). La prima intrusione, avvenuta nel versante occidentale dell’isola, una volta liberatasi dai depositi sedimentari che la coprivano, è andata a costituire il massiccio del Monte Capanne; il fenomeno plutonico situato più ad oriente, invece, è rimasto ad
una profondità maggiore, sovrastato dalle rocce calcaree e scistose che caratterizzano il suolo in questa parte dell’isola, risultante in questo modo determinante per la formazione dei giacimenti diematite, magnetite e pirite e di tante altre specie mineralogiche, formatisi grazie al contatto di queste rocce con il magma.
Le rocce dell’Arcipelago
Tre sono le categorie di rocce che scolpiscono il paesaggio e l’ecologia dell’Arcipelago:vulcaniche (magmatiche)
granitiche (metamorfiche) calcaree (sedimentarie).
Le rocce vulcaniche o ignee sono la diretta produzione dell’attività di vulcani. Questi, durante la loro emersione daL fondo del mare, alternarono attività di eruzioni violente ed esplosive, con lanciodi lapilli, a periodi di eruzioni più blande, con effusioni di lava, ed a periodi di quiete. Per questo le rocce variano da porose a friabili a solide e compatte. Sono soprattutto grigie, più o meno scure, o rossastre. I graniti fanno parte della categoria delle rocce ignee, che si originano nella profondità della crosta terrestre, per effetto di sorprendenti fenomeni geologici. Sono in qualche modo fenomeni vulcanici“repressi”. Queste rocce, presenti nel sottosuolo a 20-30 km di profondità, nella cosiddetta “litosfera”, sono fuse a temperature incredibilmente alte. Quindi tendono a salire per effetto della
loro incandescenza e minore densità, anziché eruttare ed emergere violentemente sotto forma di vulcano. Così sollevano e inarcano le rocce che le sovrastano, fino ad emergere dal mare e creare isole. È dunque per questo motivo che i graniti sono originariamente coperti da altre rocce di superficie. L’erosione millenaria di pioggia e vento finisce per lasciare a nudo il duro plutone granitico, il quale levigato e scolpito dal vento dà vita a forme fantastiche. Grandi masse granitiche affiorano al Monte Capanne all’Elba, al Giglio e Montecristo.
Le rocce calcaree, cosiddette rocce sedimentarie (come le arenarie e le argille), sono frutto di una lenta deposizione sul fondo di organismi marini. Attraverso millenni, la compressione di questi sedimenti in strati sempre più spessi provoca la compattazione o “litificazione” (creazione di roccia) in veri e propri strati rocciosi. Si notano spesso resti di conchiglie o scheletri di antichi organismi viventi, come capita nei calcari di Pianosa. Le rocce calcaree sono principalmente costituite di calcite e appaiono dure e lisce, spesso di colore grigio/bianco. Queste rocce sono spesso emerse, perché sollevate da plutoni granitici in salita verso la superficie, fenomeno che si osserva per parte dell’Elba, per Giannutri e per il promontorio del Franco al Giglio.
I minerali e cristalli dell’Elba e del Giglio
La maggioranza delle vene minerarie dell’Elba e del Giglio si sono formate a causa del contatto delle rocce del fondo marino con la massa di magma granitico in salita dalla litosfera. Le risultanti e profonde modificazioni fisiche e chimiche hanno dato vita a minerali principalmente di ferro – quali Ematite, Pirite, - rame, quali Azzurrite
e Malachite. Le rocce granitiche includono bellissimi cristalli di Berillo, Tormalina, Ortoclasio, Granato e Quarzo, tutti di ossidi di silicio, trasparenti e lucenti come il Quarzo, neri come la Tormalina. Durante il raffreddamento delle rocce magmatiche si sono formate delle bolle d’aria, dove lentamente si sono solidificati cristalli dalle forme perfette.
Appunti di Anna Riva
Il sentiero che da Rio porta al cantiere di Valle Giove (Elba orientale) è in una zona dove la caccia èproibita, e proprio su questo percorso naturalistico riceviamo le prime informazioni sulla famosa isola dell’Arcipelago Toscano, la cui estensione misura 224 km2 e la cui forma ricorda quella di un pesce. L’Elba è importante sia per la sua vegetazione mutabile (tra cui alcune specie endemiche) sia per la sua varietà geomorfologica. Nell’ovest dell’isola si trova il granito, nel centro rocce sedimentarie (cioè derivate da materiali depositati dal mare), mentre nell’Elba orientale rocce
metamorfosate dal plutone bollente che le ha trasformate (in origine erano calcaree).
Il Monte Capanne è il più alto dell’isola ed è sorto dal magma. L’Elba è stata un polmone estrattivo di ferro per 3000 anni. Un tempo l’isola forniva il ferro a gran parte dell’Italia, ma l’estrazione cessò nel 1981. L’Elba è conosciuta soprattutto per tre aspetti: l’estrazione del ferro, la geologia (scienza che studia la composizione della Terra) e il collezionismo. Infatti, molte persone ricercano e collezionano i minerali dell’Elba. Delle circa 4000 varietà di minerali conosciuti al mondo, ben 200 sono state censite
all’Isola d’Elba (di cui 7 sono state trovate qui per la prima volta). Fra i minerali elbani ricordiamo letormaline (minerali trasparenti famosi intutto il mondo) e l’ematite
(dal greco: “sangue raggrumato”) da cui si estrae il ferro. Più tardi, nel Cantiere delle Conche passiamo davanti ad un lago rosso. Il suo colore è dovuto alla presenza di ematite.
Arriviamo in seguito al Cantiere Bacino, che è uno fra i più antichi e dal quale si estraeva pirite e ematite. Gli Etruschi scavavano in galleria, ma dal 1500 si lavora a cielo aperto. Con la dinamite si rivelavano nelle rocce pirite ed ematite, che venivano trasportate al mare su una locomotiva che seguiva i gradoni del cantiere. Il sistema di binari che portavano il minerale al mare è chiamato Decoville.
La differenza tra cava e miniera dipende da ciò che si scava e non dal fatto che sia a cielo aperto o chiusa. Da una cava si estrae del materiale utile per le costruzioni e per l’industria (cava di marmo, di torba). In una miniera si sfruttano i giacimenti di minerali utili (miniera di carbone, di ferro).
Dopo aver raccolto alcuni campioni di minerali (pirite e ematite) siamo giunti a Rio Marina, dove abbiamo visitato il Museo dei Minerali Elbani e Arte mineraria.
Tale museo raccoglie in apposite bacheche circa 1000 campioni di minerali e pietre dell'Elba,suddivisi per cantiere di ritrovamento. La raccolta ebbe inizio negli anni '60 a cura di personale specializzato della società concessionaria delle miniere dell'Elba. Da notare, che i muri delle case di Rio Marina luccicano, per la presenza nell’intonaco di ematite. Anche la sabbia della spiaggia brilla per lo stesso motivo.
metamorfosate dal plutone bollente che le ha trasformate (in origine erano calcaree).
Il Monte Capanne è il più alto dell’isola ed è sorto dal magma. L’Elba è stata un polmone estrattivo di ferro per 3000 anni. Un tempo l’isola forniva il ferro a gran parte dell’Italia, ma l’estrazione cessò nel 1981. L’Elba è conosciuta soprattutto per tre aspetti: l’estrazione del ferro, la geologia (scienza che studia la composizione della Terra) e il collezionismo. Infatti, molte persone ricercano e collezionano i minerali dell’Elba. Delle circa 4000 varietà di minerali conosciuti al mondo, ben 200 sono state censite
all’Isola d’Elba (di cui 7 sono state trovate qui per la prima volta). Fra i minerali elbani ricordiamo letormaline (minerali trasparenti famosi intutto il mondo) e l’ematite
(dal greco: “sangue raggrumato”) da cui si estrae il ferro. Più tardi, nel Cantiere delle Conche passiamo davanti ad un lago rosso. Il suo colore è dovuto alla presenza di ematite.
Arriviamo in seguito al Cantiere Bacino, che è uno fra i più antichi e dal quale si estraeva pirite e ematite. Gli Etruschi scavavano in galleria, ma dal 1500 si lavora a cielo aperto. Con la dinamite si rivelavano nelle rocce pirite ed ematite, che venivano trasportate al mare su una locomotiva che seguiva i gradoni del cantiere. Il sistema di binari che portavano il minerale al mare è chiamato Decoville.
La differenza tra cava e miniera dipende da ciò che si scava e non dal fatto che sia a cielo aperto o chiusa. Da una cava si estrae del materiale utile per le costruzioni e per l’industria (cava di marmo, di torba). In una miniera si sfruttano i giacimenti di minerali utili (miniera di carbone, di ferro).
Dopo aver raccolto alcuni campioni di minerali (pirite e ematite) siamo giunti a Rio Marina, dove abbiamo visitato il Museo dei Minerali Elbani e Arte mineraria.
Tale museo raccoglie in apposite bacheche circa 1000 campioni di minerali e pietre dell'Elba,suddivisi per cantiere di ritrovamento. La raccolta ebbe inizio negli anni '60 a cura di personale specializzato della società concessionaria delle miniere dell'Elba. Da notare, che i muri delle case di Rio Marina luccicano, per la presenza nell’intonaco di ematite. Anche la sabbia della spiaggia brilla per lo stesso motivo.